Nel momento di effettuare le loro scelte in tema di investimenti e di indebitamento, i cittadini subiscono l’impatto negativo di un gap di conoscenza rispetto a mercati finanziari globali e a una pluralità di strumenti sempre più complessi. Ecco perché negli ultimi anni un numero crescente di governi si è dedicato ad elaborare e attuare strategie di educazione finanziaria. In molti casi la necessità dell’educazione finanziaria viene tuttavia considerata un dato acquisito. Occorrerebbe invece preliminarmente dimostrare l’esistenza di alcune precondizioni come la reale possibilità di scelte di investimento alternative e la effettiva sub-ottimalità delle decisioni prese. La misura in cui tali precondizioni esistono è investigata con riferimento al caso italiano. Il lavoro mostra la consistenza e dinamica delle scelte di portafoglio delle famiglie italiane e la valutazione di tali scelte in un’ottica che supera l’impianto neoclassico e la teoria dei mercati efficienti (rivelatisi inadeguati per lo scarso realismo, come dimostrato da molti autorevoli economisti, fra cui il premio Nobel Robert Shiller). In questo contesto, negli ultimi anni è cresciuta l’importanza dell’economia comportamentale – fino al Nobel assegnato nel 2017 a uno dei suoi più importanti rappresentanti, Richard Thaler – che studia il comportamento delle persone in un contesto realistico (nel quale non ci sono quindi l’informazione completa e la razionalità perfetta postulata dai neoclassici) e tiene conto dell’incidenza dei fattori di tipo psicologico sul processo decisionale. Utilizzando un modello comportamentale, le precondizioni per una strategia di educazione finanziaria risultano verificate solo per una minoranza delle famiglie italiane, coincidente con la fascia più elevata di ricchezza. Per tale sottoinsieme, le scelte possono essere influenzate da una serie di distorsioni cognitive (bias), quali ad esempio la preferenza per lo status quo e per l’investimento in asset domestici (home bias). Per colmare il fabbisogno rilevato e arrivare ad un’allocazione di portafoglio “behaviorally efficient” e adeguatamente diversificata viene proposta una strategia che seleziona e sincronizza con le scelte gli input di educazione finanziaria. Si identifica un ruolo potenzialmente importante per una sinergia fra robo advisory e consulenti finanziari che riescano a incorporare nella loro visione, e quindi nei loro input, gli specifici fattori comportamentali che determinano gli obiettivi del singolo investitore.
Quanta e quale educazione finanziaria Per l’Italia? Un’analisi comportamentale
Fabrizio Ghisellini
Settembre 2018
152 pagine